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La necropoli di Comino

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Nel 1998 la Soprintendenza Archeologica per l’Abruzzo ha avviato una campagna di scavo sulla necropoli di Comino: il sito archeologico fu scoperto per la prima volta da Don Filippo Ferrari, nel 1913. Ferrari pubblicò uno studio dettagliato sui reperti archeologici rinvenuti nel territorio e salvò dalla dispersione moltissimi corredi funerari rinvenuti nelle campagne intorno a Guardiagrele.

Gli eventi bellici portarono allo smarrimento di gran parte di tali corredi che, in campionatura numericamente esigua e limitata nelle forme vascolari, furono conservati e dunque salvati in un deposito del Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo.

L'elemento di assoluta novità è stata la scoperta delle sepolture a circolo, sotto un tumulo di pietre: questa tipologia segna e delimita lo spazio della sepoltura in relazione ai defunti di rango ed anche come segno di proprietà degli spazi. Denuncia dunque la necessità di "marcare" il territorio, a differenza di quanto accade con le sepolture a fossa, meno visibili e dunque meno monumentali.

Nella necropoli le tombe si addensano in tre settori che, tuttavia, non denunciano una vera e propria progettazione. Le tombe sembrano distribuite casualmente. Le sepolture più tarde si addensano fittamente intorno a quelle monumentali. E' questa disposizione a far ipotizzare che esse siano state un polo di attrazione sia per la rilevanza monumentale, sia per la visibilità sul territorio.

La cronologia di tali tombe si aggira all'inizio dell'Età del ferro, vale a dire tra la fine del IX e l'inizio del X sec. a.C. Tra queste ne spicca una appartenuta ad un individuo di sesso maschile con un ricco corredo caratterizzato dalla presenza di oggetti in bronzo: una spada italica con fodero, una punta i lancia, una fibula, un rasoio bitagliente a lama rettangolare, un bracciale in lamina e quattro vasi. La completezza del corredo consente di attribuire la sepoltura ad un capo guerriero.

La seconda fase della necropoli si colloca tra l'VIII ed il VI sec. a.C. ed è caratterizzata da tombe a tumulo non monumentali. I corredi funerari di questo periodo sono connotati dalla presenza di oggetti in bronzo come la fibula a quattro spirali che sembrano trovare confronti anche in altri siti archeologici dell'Abruzzo datati alo stesso periodo. Dal V al III-II secolo si attestano poi le sepolture a fossa profonda, dislocate ovunque sul pianoro.

Per l'età tardo-antica e altomedievale le fonti tacciono, come per l'intera Guardiagrele, consegnandoci un "vuoto cronologico" di oltre mille anni.